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Ombre e zone grigie dell' omicidio Moro.
Sono trascorsi 45 anni dalla morte di Aldo Moro e il suo rapimento e gli eventi susseguitisi appaiono incomprensibili, se si esclude un complotto ordito in maniera sopraffina da chi aveva i mezzi, le competenze e le opportunità per dirigerne, pilotarne e controllarne l' evoluzione, servendosi di apparati o persone afferenti alle istituzioni, i quali agirono anche all' insaputa di coloro, che furono abilmente adoperati come meri esecutori materiali di un delitto ordito o quanto meno facilitato per interessi del tutto estranei a quelli perseguiti dalle brigate rosse.
Senza pretendere di fare una analisi esaustiva di tutti gli eventi e delle notizie collegate al rapimento di Moro, evidenzierò di seguito alcuni fatti che avvalorano quanto affermato nella introduzione di questo articolo.
Anomalie nel giorno dell' agguato.
Quattro brigatisti sprovveduti ed inesperti nell' uso delle armi riescono ad ammazzare 5 poliziotti, addestrati ed esperti , per di più vigili in ragione del clima di tensione e di pericolo che caratterizzava quel periodo, lasciando illeso il senatore Moro, incolumi i diversi passanti e senza che gli autori di questo eccidio riportassero la benché minima ferita. Uno dei brigatisti ha riferito, in una recente intervista, che non sapevano maneggiare le armi in dotazione e che in una sola circostanza si erano recati in luogo isolato per provarle , puntualizzava che data la scarsità di munizioni si erano limitati a spararne un esiguo numero. Quei brigatisti, a cui io non avrei neanche affidato il compito di una battuta di caccia, si afferma avrebbero compiuto una operazione perfetta. Lo stesso Luciano Infelisi, il sostituto procuratore che si occupò delle indagini, intervistato da De Mauro, la definisce una anomalia ed afferma "non si può uccidere tutti gli uomini della scorta, detenere illeso l' ostaggio e tenere illeso chi accompagnava dei bambini a scuola in quel momento o una altra testimone che era di passaggio, quindi fu una sparatoria che venne organizzata in maniera perfetta ". Quella fu una operazione di tipo militare eseguita, o coadiuvata, da persone ben più esperte e preparate dei 4 brigatisti trovatisi incidentalmente, si fa per dire, sul luogo dell' agguato. Risulta quasi risibile che i suddetti siano stati in grado di compiere quella strage quando per uccidere Moro a bruciapelo nel garage del loro covo, dovettero esplodere ben 12 colpi non essendo in grado di colpirlo mortalmente, tanto che come riferisce un inquirente lo stesso decedette probabilmente per dissanguamento,
La foto riportata, ad esempio, evidenzia un unico colpo, sparato con estrema precisione, che freddò l' autista della prima auto, forse impedendogli una manovra di aggiramento e causando il tamponamento a catena, preludio dell' eccidio.
Il covo di Moretti e Balzerani.
In una circostanza una decina di amici fra cui Prodi e Balsassarri, si recano a casa dell' economista Alberto Clò e durante una presunta seduta spiritica, tramite la quale si invocava l' aiuto di La Pira e di Sturzo, viene rivelata una località di "Gradoli" , già sarebbe inquietante la modalità attraverso la quale questa informazione venne acquisita, ma come è noto spesso informazioni trapelate attraverso fonti anonime,vengono spacciate per oggetto di rivelazioni soprannaturali, l' ipotesi che si trattasse di una soffiata o comunque la volontà di non lasciare nulla di intentato indusse ad una infruttuosa battuta nel paese di Gradoli, comunque indipendentemente da ogni considerazione sulla stranezza del fatto, era logico che un dato così specifico e puntuale venisse rivelato a colui che coordinava le indagini, tuttavia lo stesso procuratore, durante l' intervista, afferma di esserne tenuto all' oscuro, poiché l' informazione giunse al ministero dell' interno saltando tutti gli organi inquirenti. Gli organi inquirenti avrebbero potuto associare quella località ad una via di Roma appunto via Gradoli.
Nei giorni successivi al sequestro,durante una perquisizione a "tappeto", suonano ad un campanello proprio in via Gradoli, tuttavia dimentichi che spesso la polvere si nasconde sotto il tappeto, anziché essere insospettiti dal fatto che non avessero ricevuto risposta, decidono di passare oltre. In quell' appartamento c'era il covo di Moretti e Balzerani e non è difficile presumere, che la loro cattura avrebbe permesso l' individuazione del luogo nel quale Moro era detenuto e quindi la sua liberazione.
Altra stranezza, il covo viene scoperto in modo del tutto casuale dai vigili del fuoco accorsi a causa dell' allagamento provocato dal telefono della doccia, lasciato aperto al massimo della gittata vicino ad una fessura delle mattonelle, in una modalità che appare quindi architettata.
Questa circostanza anomala, fu a mio parere frutto dell' operato di menti sopraffine, che, informati della suddetta soffiata, permisero l' individuazione del covo senza che i brigatisti ne subissero conseguenze e senza che il loro progetto di eliminazione di Moro venisse ostacolato. Peraltro come riferisce il procuratore Infelisi , la notizia venne inopinatamente ed immediatamente divulgata, prima che ne fossero informati gli inquirenti, impedendo loro di organizzare un appostamento per individuarne e catturarne gli occupanti.
Ferma e risoluta indisponibilità a qualsiasi trattativa.
La DC, assume rispetto alle richieste delle BR, un atteggiamento intransigente e la totale indisponibilità a qualsiasi trattativa, che come si evince dalla ultima telefonata di Moretti alla figlia di Moro, spiazza persino gli stessi, i quali, quasi implorano una via d' uscita perché diversamente sarebbero costretti ad eseguire la condanna a morte decretata, azione, che come afferma lo stesso Moretti, non è tale da compiersi spensieratamente.
Nelle sue numerose lettere Moro invita ad accogliere le richieste delle BR, in una circostanza ad esempio in polemica con Taviani afferma che nel caso che lo riguarda e in casi simili lo Stato dovrebbe "accettare uno scambio anche per ragioni di umanità e di saggezza".
Il Comitato di esperti creato da Cossiga "infiltrato di iscritti alla P2 fino all' inverosimile" come affermato da De Mauro, sostiene che Moro sia vittima della sindrome di Stoccolma e i suoi appelli rimangono inascoltati.
La vicenda mi ricorda in una tragicommedia, la trama del film in cui due balordi rapiscono la moglie di un industriale, che brindando all' evento in dolce compagnia, spiazza i rapitori con la sua totale indisponibilità a qualsiasi trattativa, nonostante questi arrivino a ridurre drasticamente la cifra richiesta fino a richieste irrisorie e risibili.
Si afferma, che non si dovesse accondiscendere alle richieste delle BR, per non legittimarle, tuttavia negli anni successivi le istituzioni decisero di pagare un riscatto per liberare una personalità politica del tutto secondaria, non poteva essere fatto uno sforzo simile, magari liberando appartenenti alle BR, autori di reati secondari o offrendo una somma in denaro o persino fingendo una disponibilità alla trattativa prendendo quindi tempo e permettendo agli investigatori di individuare la prigione di Moro e liberarlo. Considerato, che molti rapimenti per scopo di estorsione, si protrassero anche per anni, non appare anomalo che quello dello statista fra i più autorevoli giungesse al suo triste epilogo in soli 55 giorni?
Il sospetto lo nutrì lo stesso Moro tanto che alluse a possibili volontà di decretarne di fatto la morte quando ricordò a Taviani i suoi rapporti diretti e fiduciario con il mondo americano e senza mezzi termini disse "vi è forse nel tener duro (decretandone quindi la morte) ... contro di me, una indicazione americana o tedesca?"
Giova ricordare che Kissinger era apertamente contrario al progetto politico di Moro e come correttamente rammentato dal giornalista De Mauro, la figlia dello statista rammentò il clima di ostilità che intercorreva fra il padre e il segretario di stato americano, lo stesso Rana, membro della segreteria di Moro, durante l' intervista conferma questo dissidio confermando che la politica di apertura di Moro a sinistra inquietava gli americani.
Il giornalista De Mauro rivolge al procuratore una specifica domanda, inerente la ipotesi del complotto e di una strumentalizzazione dei servizi segreti, in relazione a questa zona d' ombra lo stesso procuratore afferma che pur non avendone la consapevolezza, ne aveva il sospetto.
La scelta di Moro.
Ma la domanda più inquietante è rappresentata da quella relativa alla scelta di Moro quale vittima del rapimento. Infatti lo stesso era artefice di una apertura a sinistra che stava portando il partito comunista, per la prima volta nella storia, a divenire parte della compagine di governo, perchè una organizzazione eversiva, che si dichiarava comunista, avrebbe avuto interesse ad ostacolarne l' esito favorevole? Potrebbe venire il sospetto che quel nome sia stato "suggerito" da infiltrati legati ai servizi segreti che avrebbero coordinato e controllato in sordina e segretamente gli eventi, servendosi dei brigatisti quale strumento, probabilmente inconsapevole, per il raggiungimento dei propri fini. Quale fosse il clima di costernazione e di timore per una eventuale affermazione del PCI, di una sua ascesa al potere e di una possibile coinvolgimento dell' URSS nelle scelte politiche ed economiche dell' importante alleato italico, fu rivelato da uno dei tanti documenti desecretati riportati dallo scrittore Fasanella nel suo libro "il puzzle Moro", nel quale si fa riferimento per esempio ad una affermazione dell' allora ministro degli esteri inglese circa la necessità di escogitare qualcosa che fosse "a metà strada fra metodi per noi ripugnanti e la necessità di scoraggiare l' influenza sovietica".
Anche la politica finanziaria-monetaria di Moro legata alla sua apertura nei confronti dei paesi arabi era fortemente osteggiata e non c' è dubbio che alla sua morte molti tirarono un sospiro di sollievo.
In conclusione l' omicidio di Moro, seguito alla notevole affermazione elettorale del PCI, fu una ulteriore evidenza di come, in una democrazia malata e solo apparente il voto degli elettori possa essere, oltre che pilotato, condizionato ed indotto, anche contrastato e vanificato con mezzi di qualsiasi tipo da lobby e potentati di varia natura.
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Di Francesco Rodolfo
Italia sovrana e popolare
Alle imminenti elezioni politiche si presentano numerose coalizioni, che pur ostentando una contrapposizione di idee e di programmi
,sono caratterizzate da un comune denominatore: il perpetuare una condizione di governo che preservi l'attuale prona e remissiva sudditanza dell' Italia agli interessi
delle predominanti potenze governative e agli interessi delle multinazionali e degli apparati di potere che si sono ramificati e radicalizzati nel corso del tempo.
Il cosiddetto atlantismo e la incondizionata adesione alle iniziative della Nato, rivelano una malcelata volontà degli Stati Uniti di dominare incontrastati la scena mondiale.
La loro logica imperialista , solo mutata nella forma, ma mai nella sostanza, ha condotto l'Italia ad un approccio dissennato
rispetto all'intervento militare della Russia in Ucraina, anzichè sostenere convintamente una iniziativa diplomatica che offrisse alla Russia una alternativa alla guerra, ad esempio
assumendo un impegno al rispetto degli accordi che precludevano l'espansione della Nato, l'Italia si è impegnata in autolesionistiche sanzioni e nella fornitura di armi all'Ucraina che stanno contribuendo ad inasprire e perpetuare il conflitto.
Infatti , come noto , gli Stati Uniti
si erano impegnati a lasciare una zona cuscinetto che garantisse una condizione di sicurezza e di tranquillità alla Russia. In una intervista, trasmessa recentemente, Gorbaciov
disse che, pur in assenza di un impegno scritto, la Nato si era al riguardo impegnata moralmente e che tale impegno per una classe politica e per
la loro reputazione, avesse una valore persino superiore a quello suggellato da un accordo formalmente sottoscritto.
Quale fiducia e credibilità possiamo concedere a chi ha spudoratamente ed impudentemente disatteso gli accordi?
La prona sudditanza agli interessi economici e strategici degli Stati Uniti e di qualche altro paese
asseritamente amico ed alleato, sta conducendo aziende e famiglie sull' orlo del baratro e le soluzioni offerte e proposte dalle coalizioni e dai partiti appaiono inadeguate, insufficienti e transitorie.
Questi sedicenti amici ed alleati dell' Italia ad esempio stanno approfittando e speculando sulla crisi energetica innescata
dal conflitto.
Si afferma che per conseguenza delle sanzioni imposte e per scelta ritorsiva della Russia
i rubinetti del gas siano stati chiusi. Questa affermazione mi richiama per associazione di idee la cosiddettta "chiusura dei rubinetti
del credito" da parte delle banche nei confronti di una azienda. Quando un imprenditore che si trovasse in una situazione del
genere trovasse qualcuno disposto a prestargli del denaro senza interessi, potrebbe giustamente definirlo un amico che
consapevole delle sue transitorie difficoltà lo aiuta per mera solidarietà, ma se si presenta qualcuno che gli offre del denaro ad
un interesse del 400% avrei difficoltà a considerarlo tale e l'appellativo più calzante sarebbe di speculatore , ma ancor meglio
di aguzzino ed usuraio.
Come si fa a considerare amici nazioni ed apparati occidentati che ci stanno obbligando a rifornirci avendo
decuplicato i costi della energia e ci stanno conducendo irrimediabilmente sul lastrico?
La soluzione proposta dal partito di "Italia sovrana e popolare" , appare quindi l'unica in grado di salvaguardare
i reali interessi di famiglie ed imprese , sottraendo l'Italia alla docile ubbidienza agli interessi degli Stati Uniti e della Nato
ed attuando politiche nazionali ed internazionali che ci tutelino realmente.
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Autoritarismo e Green Pass
Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati dalle norme
adottate per contrastare l' epidemia. nazioni, potentati, apparati e mezzi di informazione nel corso degli anni,
salvo sporadiche eccezioni, si sono rivelate sempre sonnecchianti o colluse rispetto alle scelte che hanno
generato degrado e morte derivante ad esempio dalle emissioni prodotte dalle attività,
industriali, dallo smaltimento di rifiuti tossici, che come rivelano anche recenti inchieste non riguardano
esclusivamente la cosiddetta "terra dei fuochi", si è concessa la possibilità di utilizzare prodotti
chimici che avvelenano il cibo che mangiamo e l'acqua che beviamo unitamente alla facoltà legalizzata o consentita
per ignavia e colpevole inerzia di inquinare aria,mari e fiumi.
Hanno sempre sostenuto, esplicitamente o nei fatti, che gli interessi della produzione industriale e la salvaguardia
dell' economia andassero anteposte a quella della salute e come conseguenza di queste scelte l' Italia è flagellata da una reale
"epidemia" consistente nella diffusione e nel notevole incremento di malattie tumorali. A titolo esemplificativo
l'incidenza di tumori nella popolazione tarantina che vive nelle zone limitrofe all' acciaieria, non ha indotto
le autorità governative ad adottare soluzione drastiche e risolutive, ma si sono limitate a delle
soluzioni palliative o procrastinate nel tempo. I mezzi di informazione hanno contribuito a sostenere la tesi che
le opportunità di lavoro non potessero essere messe a repentaglio.
Improvvisamente per un virus, che nella
stragrande maggioranza dei casi si evolveva in una banale influenza o persino in maniera del tutto asintomatica,
hanno bloccato la nazione, con delle scelte per altro illogiche e scellerate, ricordiamo ad esempio la ridicola
norma che ti consentiva di fare una passeggiata solo entro 200 metri dalla tua abitazione, mentre una salutare attività
all'aria aperta in boschi, pinete, litorali etc... era preclusa. Come conseguenza le persone sono state di fatto
imprigionate in una sorta di "arresto domiciliare", nelle proprie abitazioni che paradossalmente divenivano
focolai di contagio.
Le norme , spesso gratuite, sproporzionate ed irragionevoli, sono state difese e sostenute da una incessante
propaganda mediatica, che ha terrorizzato una parte della popolazione e l'ha convinta a ritenerle
necessarie ed inevitabili. Provvedimenti liberticidi, spesso ignobili e degni di
una nazione autoritaria, dispotica e dittatoriale, sono stati adottati e progressivamente inaspriti
soprattutto nei confronti di coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione.
Nonostante avessero sostenuto nella fase iniziale che la soglia del del 75/80% della popolazione vaccinata
avrebbe garantito la cosiddetta "immunità di gregge", non hanno desistito dal loro intento neanche quando hanno
raggiunto la soglia del 92% delle vaccinazioni. Tale percentuale di vaccinati tuttavia non fu indotta
alla inoculazione del vaccino mediante una informazione esauriente e convincente, ma fu sottoposta
ad una sorta di ricatto e la somministrazione del vaccino fu di fatto praticamente imposta in maniera surrettizia
a milioni di cittadini, per non compromettere le opportunità di lavoro, di studio , di svago o di partecipazione
alla vita sociale e culturale.
Molti di coloro che si sono sottoposti, tortocollo e loro malgrado, alla vaccinazione hanno comunque avuto un
ripensamento quando hanno constatato che il vaccino non li preservava dal contagio ed hanno rifiutato
la terza o la quarta dose, consapevoli fra l'altro che una ripetuta somministrazione intervallata da pochi
mesi, possa compromettere seriamente le difese immunitarie e che per età o condizione di salute avrebbero
rischiato pocoin caso di contagio.
Sono stati spesso citati i dati elaborati dalle autorità sanitarie per giustificare i provvedimenti liberticidi.
Il libro che cito in fondo all' articolo confuta queste tesi e dimostra , citando spesso gli stessi
dati elaborati dal Ministero o dall' Istituto Superiore di Sanità, che siano stati presentati e
rappresentati in maniera parziale, faziosa e spesso riduttiva e fuorviante.
Tabelle, grafici e note esplicative lo chiariscono in modo inequivocabile, dimostrando anche che le norme
adottate non siano servite, né a contenere la diffusione del contagio,
né a prevenire la manifestazione della malattia nelle sue forme più serie.
La maggioranza dei partiti , seppur con sfumature diverse , ha sostenuto provvedimenti incostituzionali
che hanno limitato la libertà di scelta in ambito sanitario, precluso opportunità di lavoro e sottoposto ad una
vera gogna mediatica e normativa milioni di cittadini, che ora votando il partito di "Italia sovrana e popolare",
possono avere la certezza che in Parlamento ci sia una forza politica che difenda i loro interessi e li tuteli
da possibili recrudescenze di questa follia.
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Come evidenziato nell' immagine, la legge prescriveva che
i cittadini extracomunitari fossero obbligati a presentare la documentazione attestante gli eventuali possedimenti mobiliari ed immobiliari
detenuti nei loro paesi di origine e prevedeva, che in alcuni casi se ne fosse esentati.
Questa concessione era ragionevole e condivisibile in quanto alcuni provengono da paesi in guerra o dilaniati da conflitti e persecuzioni,
l' eccezione alla norma, purchè rimanesse tale. era quindi auspicabile e capibile, avrebbero di conseguenza beneficiato di
questa "eccezione alla regola", coloro che appartenessero a stati nei quali, come recita testualmente la legge, fosse "oggettivamente impossibile"
richiederli ed ottenerli.
Il decreto attuativo tuttavia sancisce che dei 196 paesi extracomunitari solo in 18 sarebbe possibile ottenere la certificazione dei propri possedimenti, e li individua nel Regno del Bhutan, nella Repubblica di Corea; e in quella delle di Figi e di Singapore; nel Giappone, Hong Kong ,Islanda,Repubblica del Kosovo,Repubblica del Kirghizistan, Stato del Kuwait,la Malaysia; e la Nuova Zelanda, il Qatar e unico stato africano, la Repubblica del Ruanda. Include anche risibilmente la Repubblica di San Marino e una fantomativa nazione di Santa Lucia, il breve elenco termina con il Regno di Tonga e la temutissiva Svizzera.
Molti immobiliaristi stanno rassicurando i potenziali investitori e proprietari di immobili acquistati in molti paesi dell' Europa extracomunitaria e dell' Africa, che temono per i loro investimenti e per l'assenza di una certificazione che ne attesti il possesso.
Oggi, a parte le barzellette normative, all' emanazione del citato decreto, si scopre che sono
esentati praticamente tutti i cittadini stranieri, compreso ad esempio quelli degli Stati Uniti, i quali, sussistendo gli altri requisiti,
non solo potranno fare richiesta del reddito di cittadinanza , ma potranno, qualora come per la maggioranza,
ne avessero fatto richiesta nel mese di aprile del 2019, ottenere il pagamento degli arretrati.
Questa è una decisione ridicola ed ingiusta,
che di fatto favorisce i cittadini extracomunitari a discapito dei tanti cittadini italiani, che per un nonnulla si sono visti rifiutare
il sussidio o si sono visti elargire cifre irrisorie
Molte delle loro storie assurde e paradossali sono narrate nel libro "Il reddito di cittadinanza perchè non ha convinto." che trovate al seguente link: Informazioni sul libro
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